Mi chiamo Giulia, ho 29 anni e vivo a Roma. Da tempo mi affascinava la pratica BDSM legata al pony-play, e finalmente accettai l’invito di un dominatore specializzato noto come “Signore delle Redini”. Quella sera mi preparai accuratamente, sapendo che avrei affrontato una prova di sottomissione intensa e umiliante.
Giunsi alla sua tenuta isolata alle porte della città al tramonto. Mi accolse con uno sguardo severo, ordinandomi subito di spogliarmi completamente davanti a lui. Tremando per l’emozione, lasciai scivolare l’abito ai miei piedi. Il dominatore mi avvicinò con decisione, applicandomi immediatamente un morso rigido in bocca, limitando il mio respiro e la possibilità di parlare.
“Da ora sei la mia pony girl, la mia cavalla addestrata,” disse con voce calma ma inflessibile, applicandomi un collare di cuoio e una bardatura stretta di pelle che avvolgeva torso e seno, lasciando i capezzoli esposti e vulnerabili. Un plug con una coda lunga e setosa fu inserito nel mio ano senza delicatezza, facendomi gemere dal dolore e dalla sorpresa.
Poi mi fissò delle redini di cuoio alla bardatura e mi impose ferri alti, speciali stivali con zoccoli metallici che mi obbligavano a camminare a passo sostenuto e altissimo, aumentando l’umiliazione e il disagio fisico. Mi fece marciare per il cortile, colpendomi frequentemente con una frusta per correggere ogni minimo errore o esitazione. Sentivo il mio corpo bruciare di vergogna e dolore mentre eseguivo le sue istruzioni precise.
Il Signore delle Redini mi condusse poi a una stalla attrezzata dove mi legò saldamente a una postazione. Lì fui sottoposta a una rigida sessione di addestramento, che comprendeva posture umilianti, dolorose pinze applicate ai capezzoli e frustate decise sulla schiena e sui glutei. Piangevo, gemevo e tremavo, ma ogni atto di umiliazione aumentava la mia eccitazione.
Al culmine dell’addestramento fui utilizzata per trainare una carrozzina leggera, sotto il suo controllo assoluto. Mi sentivo davvero un animale da traino, completamente sottomessa e annullata. L’umiliazione raggiunse l’apice quando mi fece sfilare davanti ad altri dominatori e ospiti, che osservavano, commentavano e deridevano la mia condizione, aumentando l’intensità dell’esperienza.
Alla fine della sessione, completamente esausta e spezzata, fui accudita e curata dal Signore delle Redini, che delicatamente rimosse la bardatura e trattò con gentilezza le mie ferite. Mi sentivo incredibilmente libera nella mia totale sottomissione, consapevole di aver esplorato un livello più profondo della mia identità erotica.
Lasciai la tenuta con un nuovo senso di liberazione e consapevolezza, sapendo che sarei tornata presto per un altro intenso addestramento da pony girl.